La Storia del Borgo

XIX Secolo e Seconda Guerra Mondiale
Il massacro
Quella mattina un convoglio tedesco era stato attaccato dai partigiani in località San Michele, tra Borgo Ticino e Divignano. Durante gli scontri rimasero feriti quattro soldati tedeschi. A quel tempo, la legge richiedeva che per ogni soldato tedesco ucciso venissero giustiziati dieci italiani. Anche se in questo attacco non furono uccisi soldati tedeschi, il capitano Krumhaar decise che per ogni soldato tedesco ferito dovevano essere uccisi tre giovani italiani, più uno, dal momento che uno dei soldati tedeschi feriti era in una grave condizioni. Tredici giovani terrorizzati, tutti sotto i trent’anni furono scelti a caso dalla folla.
I ragazzi furono allineati contro il muro di Casa Balsari , a lato dell’antica farmacia. Per non sparare ai giovani e incendiare il villaggio, capitano Krumhaar richiese 300.000 lire di riscatto. Nonostante gli abitanti del villaggio avessero pagato il riscatto, il plotone di esecuzione sparò ai giovani allineati al muro (nel corso di una inchiesta sul massacro l’ufficiale tedesco responsabile per l’esecuzione disse che comunque “il denaro raccolto non sarebbe stato sufficiente a compensare il sangue tedesco”). Solo una delle tredici vittime sopravvisse alla sparatoria. I ragazzi si chiamavano: Virginio Tognoli, Francesco Tosi, Nicola Narciso, Giovanni Fanchini, Cerutti Franco, Benito Pizzamiglio, Alberto Lucchetta, Luigi Ciceri, Rinaldo Gattoni, Ande Silvestri, Olimpio Parachini, Giuseppe Meringi.